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Comunicazione

Le imprese della moda chiedono al più presto la riapertura per non far morire l’eccellenza italiana

In Regione Veneto sono 9.500 le unità produttive (17,6% del totale manifatturiero regionale). e 7.626 le unità della distribuzione. Secondo gli ultimi dati disponibili il fatturato in regione ammonta a 18 miliardi di euro (18% del fatturato nazionale). Le imprese del sistema moda in Veneto assorbono quasi 100 mila addetti ed esportano per un valore di oltre 9 miliardi di euro. Un patrimonio che l’emergenza Covid 19 ha letteralmente sigillato, dalla produzione alla vendita.

Per questo, il Tavolo Regionale della Moda (le rappresentanze regionali venete di Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Confindustria, CNA) che rappresenta oltre 17mila imprese, ha chiesto con una voce unica un piano per la riapertura, naturalmente in estrema sicurezza, di tutte le produzioni e la vendita del comparto per salvare (e rilanciare) l’eccellenza della moda italiana del tessile, abbigliamento, calzatura e accessori.

“Anche Federazione Moda Italia Veneto ha sottoscritto, con le altre associazioni di categoria che rappresentano tutta la filiera, dalla produzione alla vendita, ‘dell’abbigliamento, della calzatura l’appello alle Istituzioni tutte per il tramite del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e degli Assessori Marcato e Donazzan per giungere al più presto ad un piano per la riapertura delle attività”- annuncia Giannino Gabriel, Presidente sia Regionale che Metropolitano di Venezia di Federazione Moda Italia Confcommercio -  perché da troppe settimane un intero settore del made in Italy e simbolo dell’eccellenza italiana è chiuso”.

I numeri parlano da soli. Il settore Moda è, dopo la meccanica, la seconda industria del nostro paese. Conta su oltre 65mila imprese, 600mila addetti, un fatturato di quasi 100 miliardi di euro. In Regione Veneto sono 9.500 le unità produttive (17,6% del totale manifatturiero regionale). e 7.626 le unità della distribuzione. Secondo gli ultimi dati disponibili il fatturato in regione ammonta a 18 miliardi di euro (18% del fatturato nazionale). Le imprese del sistema moda in Veneto assorbono quasi 100 mila addetti ed esportano per un valore di oltre 9 miliardi di euro.

“Dobbiamo evidenziare” – continua Gabriel, che riassume il tenore dell’appello sottoscritto con i colleghi del Tavolo della Moda” - che la pandemia ha colto il settore nel pieno delle attività produttive e distributive della stagione Autunno/Inverno che è la più importante. Ne è seguito uno stop delle commesse nazionali ed internazionali, l’annullamento di ordinativi (spesso già in lavorazione) e la seria minaccia di ulteriori annullamenti se saranno superati i termini di consegna impedendo alla filiera di produrre nei tempi dettati dalla stagionalità”. Le conseguenze sono gravissime perché, denuncia il comunicato del Tavolo, il fermo produttivo distributivo per questo settore, estremamente articolato, non rappresenta solo una perdita di fatturato (come per altri comparti) ma crea giacenze e perdite pesantissime che non si potranno recuperare nonché può interrompere il rapporto previlegiato della clientela con i produttori del made in Italy.

E’ da tenere presente che la clientela internazionale ha la possibilità di rivolgersi a fornitori esteri comunitari che non hanno fermato le produzioni e non solo degli ordinativi della stagione in corso ma anche per la realizzazione delle collezioni della prossima primavera estate.

Il Sistema Moda mantiene un valore assoluto nel PIL, nell’ occupazione e nel saldo attivo della bilancia commerciale veneta, ma anni di delocalizzazioni, globalizzazione selvaggia e calo di consumi interni, ne hanno reso fragile la struttura.

Il Presidente di Federazione Moda Confcommercio tiene a sottolineare la gravità di ulteriore conseguenze di un blocco  che duri ancora a lungo: “Sarà compromessa la stagione Autunno/Inverno, azzerata la produzione della prossima primavera estate. E non è tutto: non basteranno dunque a mantenere l’occupazione “i prestiti agevolati” promessi dal Governo; seguiranno almeno 6 mesi di cassa integrazione e molte aziende non sopravvivranno. E questi sono i dati al 18 aprile, ma le cose potrebbero prendere una piega ancora più seria...

Tuttavia il Tavolo della Moda e le categorie che lo compongono  vogliono anche sottolineare che la sicurezza è un valore fondamentale e che va data per scontata l’applicazione di adeguate e ferree misure per la sicurezza negli ambienti di lavoro, a cominciare dall’applicazione del Protocollo di Sicurezza sottoscritto tra Governo e Parti Sociali lo scorso 14 marzo scorso. A questo vanno aggiunte le ulteriori misure sanitarie allo studio anche a livello regionale (termometri, mascherine, guanti, igienizzanti e quant’ altro), a cominciare dalle disposizioni dell’ultima Ordinanza, la n. 40 dello scorso 13 aprile, del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.

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